Sindaco di Castellamonte e promotore della linea Rivarolo-Castellamonte della ferrovia canavesana.
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Alessandro Gallo |
L’onore di continuare l’impegno amministrativo svolto per Castellamonte dall’avv. Domenico Gallo, toccò al primogenito Pier Alessandro nato a Torino il 31 luglio 1851. Alla morte del padre, nel ’79, si era già laureato in giurisprudenza e ottenuta l’abilitazione alla professione nel marzo del ’77, dopo qualche mese, era nominato vice Conciliatore del comune di Castellamonte.
Nel gennaio del 1878, apre uno studio nella casa di famiglia a Castellamonte e si dedica alla libera professione. Nel 1879 è già vice Pretore all’età di 29 anni.
Carriera rapida la sua, probabilmente agevolata dalla stima e dalle conoscenze della famiglia, però il giovane Pier Alessandro aveva saputo dimostrare, nel suo corso di studi la sua volontà e la sua intelligenza.
La situazione politica e sociale dell’Italia era certamente migliore e soprattutto più sicura di quella in cui operò il padre Domenico. Non vi erano austriaci alle porte e la costante incertezza di come sarebbe potuta evolvere la politica e il timore di pagare di persona per le proprie idee politiche.
Il pensiero liberale si stava affermando anche in Italia e, a Castellamonte dopo il 1848, si costituì una classe politica di liberali moderati come i Gallo, i Talentino, i Gallenga, i Felizzatti, che come giustamente scriveva l’avv. Giuseppe Perotti, i sindaci che si succedettero furono tutti ispirati da tali principi: prova ne sia che nel capoluogo non furono dedicate vie o piazze a Mazzini, Garibaldi e neppure a Cavour, quanto piuttosto a Massimo d’Azeglio, Vincenzo Gioberti e Cesare Balbo.
Seguendo le orme del padre, Pier Alessandro Gallo nel gennaio 1881, viene eletto nel Consiglio comunale e nel marzo è Assessore.
Ormai affermato professionista, Pier Alessandro pensò a metter su famiglia e, tanto per rimanere nell’ambiente, sposò la figlia Virginia, del regio notaio cav. Ottaviano Giannuzzi e secondo le disposizioni dell’epoca, che separavano le prerogative dello Stato da quelle della Chiesa, il matrimonio religioso avvenne a Torino il 4 ottobre 1881, mentre quello civile fu celebrato il 9 ottobre.
Nel 1882 venne nominato Presidente della Commissione di prima istanza per l’accertamento dei redditi della Ricchezza mobile del Mandamento di Castellamonte.
Questo incarico, anche se poco appariscente, conferiva a chi lo svolgeva un certo potere, anche di discrezionalità in quanto preposto all’accertamento dei redditi e quindi della loro tassazione.
Nel maggio del 1884 il Consiglio comunale eleggeva l’avv. Pier Alessandro Gallo a sindaco di Castellamonte. La carica che per tanti anni era stata svolta dal padre, tornava in famiglia instaurando una continuità di potere destinata a durare per tutto il decennio.
Nello stesso anno entrerà in servizio il primo telegrafo, e si nomina ad impiegata gerente la sig.na Vittoria Buffa, maestra di scuola superiore . Il telegrafo ridusse le distanze migliorando le comunicazioni, soprattutto con Torino e Ivrea, suscitando notevole curiosità anche se a servirsene sono soprattutto le istituzioni e le fabbriche.
La frazione S. Anna dei Boschi fu dotata di un edificio per le scuole, mentre già si progettarono quelle di Filia e S. Antonio.
Non furono però, queste iniziative a caratterizzare il decennio del sindacato di Pier Alessandro Gallo, ma l’evento più importante del secolo: l’arrivo a Castellamonte della ferrovia.
Erano tempi quelli della seconda metà del secolo XIX, nei quali la maggiore aspirazione per una comunità era quella di avere nel proprio comune o nelle immediate vicinanze una stazione ferroviaria. Erano i tempi in cui si andavano delineando le grandi direttrici ferroviarie, ma anche estendendo le linee minori, sempre foriere di progresso industriale e commerciale. Il Canavese era all’avanguardia nel settore: ad Ivrea la ferrovia era giunta già nel 1858 e Castellamonte le aveva provate tutte, per cercare di condizionare i progetti e far passare la linea tra il nostro comune e Bairo, ma gli sforzi risultarono vani.
Con la costituzione della Società strada ferrata centrale del Canavese nel 1856, il cui progetto prevedeva una linea ferrata da Settimo a Rivarolo, si sperò di farla prolungare sino a Castellamonte, ma le speranze andarono deluse non solo per i castellamontesi, ma anche per i canavesani in quanto per mancanza di fondi si costuì solo un’ippoferrovia, con i cavalli al posto delle fumanti vaporiere. Ad aumentare la delusione concorse anche il fallimento della società, dopo pochi anni di servizio.
Dopo varie vicissitudini e altri fallimenti negli Anni Ottanta del secolo la linea ferroviaria riprese vigore: fu ristrutturata la linea, arrivata sino a Rivarolo e s’introdussero le locomotive a vapore.
Il momento era propizio per far giungere la ferrovia a Castellamonte. Il sindaco Pier Alessandro Gallo, mobilitò tutte le forze produttive del paese e si adoperò a tutti i livelli affinché la ferrovia si prolungasse.
Si rilevò la necessità, per la linea ferroviaria canavesana, di collegarsi con la linea giunta ad Ivrea, anche in ragione dell’allora possibile traforo, che avrebbe condotto la linea ferrata oltre le alpi in Svizzera e Francia e per fare ciò, Castellamonte avrebbe rappresentato la prima tappa di un progetto più ampio e atto ad inserire la linea canavesana nella grande rete delle ferrovie nazionali.
Il Consiglio comunale votò uno stanziamento di lire 100mila, a favore della costruzione della ferrovia, cifra di una certa importanza, che assommata a tutte le motivazioni perorate e persuasive, convinsero gli enti preposti alla costruzione della ferrovia.
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Frontespizio invito alla cerimonia
dell'inaugurazione della ferrovia |
Affidato l’incarico di progettazione all’ Ing. Michele Fenoglio si diede il via ai lavori.
Mentre i lavori procedevano lo stesso ing. Fenoglio approntava i progetti del tratto Castellamonte – Ivrea.
L’ormai prossimo arrivo della ferrovia canavesana a Castellamonte e il progettato collegamento con Ivrea, indussero il Consiglio Comunale di Pont a votare all’unanimità la richiesta di collegamento ferroviario con Castellamonte e di concorrere alle spese di progettazione. La decisione dei pontesi, nel contesto storico di quegli anni, era più che motivata, in quanto se la progettata ferrovia Castellamonte – Ivrea fosse stata realizzata, Pont, le sue valli e le sue industrie ( la sola Manifattura impiegava quasi 2mila operai) avrebbero potuto collegarsi tramite la ferrovia, sia con Torino, che con Ivrea.
Intanto a Castellamonte si discuteva sulla collocazione dalla stazione, da quanch’uno giudicata troppo distante dal centro, ( da notare che i prati iniziavano nell’attuale piazza della Repubblica) e sulla strada e il viale di accesso che era necessario costruire.l
L’arrivo della ferrovia fu anche occasione per presentare ai numerosi ospiti che sarebbero convenuti, i prodotti della nostra industria raccolti ed esposti in una Mostra industriale.
Per Castellamonte, il sogno di avere la ferrovia stava per diventare realtà e il sindaco Pier Alessandro Gallo ne fu comprensibilmente orgoglioso.
Il 24 luglio in una Castellamonte addobbata a festa avvenne l’inaugurazione.
Per l’occasione il giornale LA Gazzetta Piemontese mandò un’inviato speciale, con il compito di descrivere ai suoi lettori la memorabile giornata. Riportiamo integralmente l’articolo lasciando a lui, testimone diretto, il compito di descrivere anche a noi quella memorabile giornata.
LA INAUGURAZIONE DELLA FERROVIA
UN BANCHETTO E UNA MOSTRA INDUSTRIALE
……Mettiamoci subito in viaggio e discorriamo.
La gente dice. Ahimè le cerimonie inaugurali delle ferrovie si rassomigliano tutte; ma non pensa che se i giornali ne tengono conto lo fanno non già per la forma, per la festa, bensì per la sostanza, per il valore peculiare delle singole ferrovie. Ciascuna ferrovia ha il suo obiettivo, la sua storia, il suo avvenire, le sue speranze, i suoi preventivi e si collega con fatti economici particolari del paese. Epperò di tutti vuolsi tener conto, ogni qual volta si inaugurano, come di avvenimenti importantissimi. Vuoi conoscere il grado di civiltà di un paese? Guarda alle sue reti stradali e ferroviarie, ai suoi mezzi di comunicazione; non sbaglierai nel calcolo.
E qui ci corre alla penna un’osservazione. Qualche volta taluno, forse in un momento di malumore s’è lasciato scappare un: è in fin dei conti il Piemonte la regione più ferroviaria d’Italia, e questo per combattere certe nostre oneste dinamiche allo Stato. Ma, signori avete poi posto mente mai che in Piemonte appunto una grandissima parte delle ferrovie è dovuta alla iniziativa e ai denari dei luoghi?.....
Ecco qua un’altra ferrovia (quella che inauguriamo) la quale non si è fatta altrimenti che per la iniziativa paesana e con i relativi denari dei comuni interessati. È breve.
Si stacca da Rivarolo sulla linea Settimo Cuorgnè della Società Anonima per la ferrovia centrale e le tranvie del Canavese e percorrendo un tratto di otto chilometri in mezzo a una campagna ora lussureggiante, sale a Castellamonte . Essa congiunge fin d’ora un paese importante e industrioso, come è Castellamonte, con la linea principale e lo mette in comunicazione più o meno diretta con Torino, Cuorgnè, Ivrea, ecc; ma rappresenta anche una speranza: quella del prolungamento fino a Ivrea. Per cui la sua importanza è doppia: quella del presente e quella dell’avvenire.
E che passato! Ben disse il sindaco di Castellamonte che per trent’anni i Comuni interessati diressero i loro sforzi al compimento del vagheggiato progetto. Toccò l’onore di metterlo in atto alla Soc. Anonima, cui il sindaco Pier Alessandro Gallo chiamò meritatamente: nostra benefattrice.
Il nuovo tronco traversa un terreno leggermente inclinato, di facile accesso. Tuttavia, anche nella sua brevità, ha richiesto ben 56 opere d’arte, come una sottovia, una galleria, ponti, ecc.
E poi notevole e degno di lode che, nella costruzione, fu reso ampio omaggio all’industria nazionale. Meno i regoli d’acciaio (che furono forniti dalla soc. John Cockevill di Sevaing) e le locomotive della ditta Hanschell di Cassel ; tutto il resto è stato fornito e fatto da industriali italiani. E cioè: le travate metalliche dalla società Ausiliaria di Torino; l’allargamento in ferro del ponte sull’Orco, dai fratelli Colla di Torino; le stecche, le chiavarde, le piastrelle e gli arpioni dell’armamento, dalla società Tardy e Beneck di Savena; la piattaforma, la gru e il materiale mobile dalla soc. nazionale delle Officine di Savigliano e dalla ditta Grondona di Milano.
Così va fatto.
Tratto tratto ci convien interrompere il discorso per attendere a quel che avviene di fuori.
Alle stagioni , così lungo la linea vecchia, quanto lungo la nuova, c’è sempre gran gente, musiche, bandiere e autorità che salutano il treno inaugurale, e imbandierato anch’esso e pieno di altre autorità. A Rivarolo la banda cittadina sale sul treno e si parte tra i concerti. A Ozegna mandiamo un romantico sospiro al medioevale castello, sui cui balconi le donne stendono la loro modernissima e niente affatto romantica lingeria.
Siamo partiti da Torino (Porta Susa) alla 9.42 antimeridiane e arriviamo a Castellamonte alle 11,04. La stazione e i pressi sono affollati. Tra il popolo festante, affratellati, come sempre, incontriamo i nostri bravi bersaglieri.
L’arciprete Giovan Battista Mattè in pompa magna , seguito da due clerici e da un frate, benedice la macchina. Il sindaco avv. Pier Alessandro Gallo, ieri appunto fatto cavaliere, riceve i numerosi ospiti, e si entra in paese.
Le feste del forte e ospitale Canavese hanno un’impronta di cordialità, di gentilezza, di cortesia, che ricorda i tempi quando, come disse il Carducci, il contadino del Piemonte, arando il suo campo, giunto alla capezzagna, o incontrandosi col vicino, gli potea dire: “Salute Cavaliere!”
Castellamonte è uno di quei paese del Canavese che siedono come in una gloria di campi o di prati verdeggianti. Ieri lo inondava di luce il più bel sole d’Italia. Le sue vie erano ornate di archi, di trofei, di bandiere. A Castellamonte erano convenute le popolazioni di molti paesi vicini. Ai balconi, in mezzo ai fiori, veri mazzi di belle signore o signorine.
Il corteo degli invitati attraversò il paese al suono delle bande musicali con lo stendardo del comune in testa; e capitò prima al Municipio. Indi passò nell’elegante padiglione costruito nei locali dell’asilo infantile , dove a mezzogiorno, cominciò il banchetto.
E qui…..sediamoci, non è vero? E buon appetito. Un banchetto assai buono, inaffiato da un eccellente vino vecchio di Carema, ma proprio quello!....
Siedono alla tavola d’onore: il comm Noli, presidente della Soc. Anonima per la ferrovia centrale e le tranvie del Canavese; il comm Pellegrini, direttore generale della Società e principale organizzatore della nuova linea costrutta; i sindaci di Castellamonte e Rivarolo, Gallo e Barra; i deputati Chiala, Chiesa, Compans, Vigna e Roux; gli assessori del Municipio di Torino Bollati e Riccio; il cav. Tognola, consigliere delegato della prefettura di Torino; il comm. Daneo deputato provinciale, l’avv. Rossotti, consigliere provinciale; il comm. Anselmi, rettore dell’università di Torino; il cav. Veyrat sotto prefetto di Ivrea; il comm. Stanzani ; il colonnello dei bersaglieri Bergonzo; l’Arciprete Mattè, dotto cultore delle lettere latine, conosciuto per la sua traduzione de L’Inferno di Dante ; il cav. Nigra , consigliere provinciale assessore di Torino; il comm. Frescot; il cav. Demichelis, deputato provinciale; il comm Grassi, intendente di Finanza; gli ing. della ferrovia Mollex e Romberg; L’Ing. Fenoglio progettista e direttore dei lavori; il comm Alasia, e molti altri autorevoli personaggi, nonché i sindaci di tutti i paesi cointeresssati .
Sono 250 coperti circa.Fa il servizio il conduttore dell’Albergo del Sole, sig. Marcello Perello.
Il banchetto è rallegrato da un buon concerto dato, alternativamente, dalle tre bande musicali di Castellamonte, di Rivarolo e di Pont Canavese.
E non voglio dimenticare una nota artistica e curiosa. In fondo al padiglione, tra i drappi e le bandiere, da un poggiolo dell’asilo, fanno capolino 10 o 12 suore dalle grandi cuffie alate candidissime. Quelle buone maestre guardando a noi, curiosando, come chi vede il mondo banchettante una volta in vita; ma anche guardate con non minore curiosità.
In un con??? Le bottiglie di sciampagna si da la stura ai discorsi. E a questo punto, lettori umani e ragionevoli, vi proponiamo una nobiltà che tornerà tanto comoda a noi quanto a voi. Invece di riferire ciò che hanno detto gli oratori facciamo cosi: riassumiamo i loro concetti in poche parole e diamo i nomi. Che ve ne pare?
Dunque hanno detto questo: Castellamonte, paese industrioso e ricco , a espandere i prodotti della sua attività e ad aumentarli, aveva bisogno di questa ferrovia. Infatti esso ha dato . per averla 100,000 lire una sovra l’altra. La ceramica specialmente ha qui materia prima e manipolatori eccellenti. Conviene mediante l’associazione, rendere questa industria di regionale, nazionale. Castellamonte e paesi vicini sono della tempra di quelli che hanno per impresa: che s’aiuta, Dio l’aiuta. Dunque, faranno. Si beva all’avvenire di questa nobile regione.
E vi facciamo grazia – sebbene avessero la loro importanza- degl’infiniti ringraziamenti che si scambiarono da oratore a oratore, da Comune a Provincia, da Comune a Comune, compreso il nostro di Torino, e dei grandi e tutti meritati elogi tributati alla Società Anonima delle ferrovie Canavesane.
Parlarono il sindaco di Castellamonte, avv. Gallo; il cav Tognola, a nome del governo; il comm. Noli a nome della Società; l’ing. Pellegrini che diede preziosi ragguagli tecnici; il cav. Nigra; il comm. Riccio; il comm Daneo; l’on. Vigna; il cav. Roscio sindaco di Pont Canavese; il sindaco d’Ivrea cav. Zanetti; l’avv. Pianetti; il cav. Veyrat sotto prefetto di Ivrea, e l’on. Roux
Tutti assai applauditi.
L’ing. Pellegrini lesse lettere e telegrammi del ministro Saracco; degli on. De Rolland e Berti; di Dilenna, ispettore generale delle ferrovie del Regno; di Massa, direttore della Mediterranea; dell ing. Spreafico, ispettore delle ferrovie dello Stato, del comm. Boyl , gran maestro della Casa del Duca di Genova; del direttore e di due amministratori della Banca Sconto e Sete.
Dopo il banchetto, passammo per invito del sindaco, a vedere la Mostra delle industrie castellamontesi. Vi sono notevoli le industrie della ceramica, delle terre cotte, delle lane, cotoni, sete, ecc..Vi ha magnifici vasi di Boscaglione, i fratelli Stella hanno esposto ottimi pavimenti in terra cotta. Vasi, tubi, stoviglie, stufe, ecc..ha esposto il Pagliero e Figli. Le signore si fermano di preferenza dinanzi alla mostra della ditta Masera, ove sono esposti effetti di lana e cotone, catalogne, molettoni, ecc. La sig.ra Pullino Caterina ha degli accurati ricami su tela.
Altri espositori sono l’orologiaio Pondio, il cuoificio Crucco, i fratelli Ceriana , fabbricanti da seta, ecc. Insomma, una mostra piccola modesta, ma notevole. Perché dimostra le tendenze del paese ad un avvenire bellissimo. Tutti uscirono da codesta mostra in miniatura veramente soddisfatti. Sono le 5 pomeridiane, si fa ancora in giro pel paese. Si va a vedere la chiesa nicchiata in quell’altro ciclopeo tentativo di chiesa e poi alla stazione.
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Il Fischietto. Il giornale satirico subalpino
dedicò un'intera pagina all'evento. |
Il treno inaugurale era di ritorno a Torino verso le sei.
Ultima nota relativa alla produzione…letteraria e musicale. L’ottimo collega avv. G. I. Armandi ha compilato una Guida del Canavese, di cui ieri però non si vide che il primo saggio. Il maestro Stazio Fedi ha scritto una “fantasia musicale”all’arrivo del treno. L’arciprete Mattè ha scritto un sonetto e l’ha tradotto in latino.
Peccato che tra vari prodotti buoni ve ne sia da ricordare uno… meno buono! Un altro poeta dalla barba bianca – che a codeste feste non manca mai- ha fatto gemere, secondo il suo costume, i torchi per una sua cantilena, di cui sono infelici non meno i versi che i pensieri… se quelli e questi si possono chiamar versi e pensieri!
Un saluto di cuore ai buoni e valenti Canavesani e al bel paese di Castellamonte; un ringraziamento agli organizzatori dell’inaugurazione, alla Società delle ferrovie canavese, agli ospiti generosi e cortesi della numerosa comitiva.
Anche il giornale satirico-caricaturale “Il Fischietto”, allora molto diffuso, dedicò una pagina all’arrivo della ferrovia a Castellamonte, con caricature del Sindaco, dell’arciprete, degli industriali ed altri.
Pier Alessandro Gallo, si sentì giustamente orgoglioso, esso aveva saputo tessere tutti i contatti che contavano: la Direzione delle ferrovie, le autorità statali preposte, il mondo delle finanze e le banche, i paesi vicini e quelli che ne avrebbero potuto avere giovamento e, non ultimo, gli imprenditori, amministratori e cittadini di Castellamonte.
Ricoprì ancora la carica di Sindaco per tutto il decennio, poi continuò l’attività amministrativa assolvendo ad altri compiti nel campo dell’istruzione e delle finanze.
La sua vita e la sua carriera, furono prematuramente interrotte dall’improvvisa morte sopraggiunta all’età di 49 anni il 15 gennaio 1901, lasciando la moglie e sei figli.
I funerali furono imponenti e con le numerose Autorità, accorsero in massa i castellamontesi per rendere l’ultimo omaggio all’uomo stimato e al Sindaco “della ferrovia”.
Il nostro ricordo della famiglia Gallo, finisce con Pier Alessandro e con il secolo XIX, anche se l’impegno e il protagonismo dei Gallo, continuò con il primogenito Domenico (1885-1967) sino all’avvento del Fascismo.
1 Commenti:
Grazie per le notizie storiche della FCC Canavesana, che molti oggi non sanno o peggio dimenticate, Da io, topo di biblioteca, in cerca di informazioni storiche, per il mio hobby modellismo statico civile e militare in varie scale modellistiche in particolare il Canavese nella Ferrovia.
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