lunedì 23 settembre 2013

Antonio Gallenga Piccola Biografia

ANTONIO GALLENGA

1810    Discendente da un’antica famiglia di Castellamonte, Antonio Gallenga  nasce a Parma il 4 novembre dove suo padre, Celso, sotto-tenente dell’esercito napoleonico, sposa Marianna Lombardini.
Orfano presto di madre, e con il padre incapace di adeguarsi alla vita civile, che parte volontario per partecipare alla rivoluzione greca, Antonio verrà affidato alle cure dello zio materno che ne curerà l’educazione.
1831   Studente alla Facoltà di medicina, di intelligenza vivace, partecipa con irruenza e risolutezza all’effimera insurrezione parmense contro Maria Luigia, fallita la quale è costretto alla fuga. Assunto lo pseudonimo di Luigi Mariotti (che userà per molti anni, firmando anche alcune opere letterarie), raggiunse la Toscana e quindi la Corsica e Marsiglia. Esule in Francia si affiliò all’organizzazione mazziniana “Giovane Italia” con il nome di battaglia di “Procida”.
Fervente patriota, dopo la sanguinosa repressione attuata da re Carlo Alberto nei confronti dei mazziniani, matura in lui un progetto di attentato contro Carlo Alberto. Si reca a Ginevra dove incontra Mazzini e avutone l’approvazione e il sostegno per il suo progetto, raggiunge Torino.
1833  A Torino si rende conto che la situazione politica non è quella che si immaginava.  Gli aderenti alla Giovane Italia non sono molti e poco organizzati e i controlli della polizia sono stretti. Indugia quindi a prendere una decisione e alla fine, o perché si sentiva controllato o per mancanza di coraggio, decide di desistere nell’insano proposito e si da nuovamente alla fuga verso l’Italia meridionale.
1834  Assunto come precettore, segue un diplomatico napoletano, prima a Malta poi a Tangeri.
Una forte personalità, l’intraprendenza, una buona cultura fatta di assidue letture sono le sue risorse, ma non placano l’ansia che pare tormentarlo, facendogli desiderare nuove mete.
1836  Imbarcatosi in agosto da Gibilterra, raggiunge il Nord America e il 7 ottobre si stabilisce a Boston ove si serve delle lettere di raccomandazione fornitegli da un diplomatico americano per entrare nel giro degli intellettuali, particolarmente sensibili verso la cultura europea. Impadronitosi presto della lingua, stringe molti contatti importanti, come quello con lo storico W.H.Prescott. Da lezioni in un collegio femminile di Cambridge, tiene numerose conferenze e letture dantesche e sviluppa collaborazioni con la Nort American Review. Nel 1838 pubblica a Cambridge un volume di novelle in versi, che ottiene discreto successo. Non riusce però a soddisfare la sua ambizione mirante ad ottenere una cattedra di italiano all’Università di Harvard.
1839  Il primo maggio decide il ritorno in Europa e imbarcatosi a New York, un mese dopo è a Londra. Prende contatto con gli esuli italiani, che lo aiutano ad introdursi nei salotti degli italofili inglesi. Molti, sapendolo vicino a Mazzini, con il quale aveva ritrovato un rapporto di cordialità e in parte di concordanza ideologica, gli danno la loro considerazione, altri come l’influente Lady Morgan lo aiutano ad ottenere incarichi di traduzione e collaborazioni con riviste londinesi di attualità culturale, come il Metropolitan Magazine, la Foreign and Quarterly Review, la Westminster Review e la British and Foreign Review. Il Gallenga per queste riviste scrive numerosi articoli firmati con lo pseudonimo Luigi Mariotti, adottato dall’inizio dell’esilio e che conserva sino al 1853. Essi trattano di storia, vita civile, letteratura, ma il tema di fondo è sempre l’Italia e i suoi travagli, visti attraverso l’ottica di un esule.
Rielaborati e adattati ad un discorso più ampio, questi articoli, sono la base per un libro dal titolo Italy, past and present ( Londra 1841), successivamente tradotto in tedesco (Lipsia 1846).
Quella del Gallenga è un’esistenza che non conosce soste: dopo un viaggio a Firenze nella primavera del 1840, iniziano anche le collaborazioni con le riviste di G. P. Vieusseux, ma continua ad essere frustrato il suo desiderio di un incarico di prestigio in ambito accademico.
1842  Attratto dalla promessa di una cattedra di lingue e letterature moderne all’Università di Windsor in Nuova Scozia, ritorna in Nord America, ma deluso dal livello del college si dimette e ritorna a Londra lo stesso anno. Riprende l’attività di pubblicistica, che anche se non  lo gratifica  dal lato economico l’aiuta, insieme alla sua spiccata personalità e alla naturalezza con la quale si muove, avendo ormai interiorizzato comportamenti e modi di pensare inglesi, a conseguire un buon successo sociale.
Continua a frequentare e a collaborare con gli ambienti della “Giovane Italia”, dando una mano alla scuola italiana del Mazzini, adoperandosi a difendere l’immagine dell’illustre esule ed a ottenere dagli inglesi una migliore disponibilità verso le vicende italiane. In questi anni pubblica un libro di poesie: Oltremonte e oltremare, Londra 1844, un libro di racconti, Blackdown papers, (Londra 1846) e una nuova edizione in due volumi di Italy past end present, (Londra 1848).
1847  Il 12 luglio sposa Giulietta Schunk, figlia di una facoltosa famiglia di industriali tessili tedeschi, stabilitasi a Manchester.
I848  Gli eventi pre-rivoluzionari della situazione italiana,  infiammano di speranza il suo spirito rivoluzionario e sembrano  cementare l’amicizia e la collaborazione con Mazzini. I due insieme passano la Manica il 27 marzo e intraprendono il viaggio attraverso la Francia per accorrere in Italia. Particolare da notare, che il 2 marzo, la moglie Giulietta aveva dato alla luce una bimba nata prematura, ma, come egli dice: “ non avevo più né moglie, né figlia” dinnanzi al grande evento storico che si stava svolgendo in Italia.  Almeno nelle intenzioni, vuole battersi per il suo paese, dando il suo contributo di esperienza maturata.
Se non ché tra Mazzini e Gallenga scoppia la discordia e a Milano i due si separano. Cosa sia successo di sicuro non lo sappiamo. Mazzini anni dopo, scrisse in una lettera che Gallenga disse che lui era un uomo di fatti e che sarebbe andato a combattere…invece andò a casa a Parma.  Gallenga replicava: lasciai Mazzini perche eravamo divisi d’animo….Andai veramente a combattere e dopo avere cercato invano di entrare a mie spese in un reggimento piemontese, dovetti accomodarmi per quindici giorni nella legione Griffini…(volontari irregolari).
A Parma ritorna, convinto dal fratello Giuseppe, per sostenere la fusione del Ducato con il Piemonte, attuata da lì a poco col plebiscito del 20 maggio. Ai primi di maggio viene raggiunto da una missiva che gli annunciava la morte  della bimba nata prematura e ritorna a Londra.
Divenuto un convinto sostenitore della causa, secondo la quale, solo il Piemonte anche se guidato dalla monarchia, poteva realizzare l’unità italiana, ritorna a Torino e collabora al giornale Il Risorgimento di Cavour. La sua svolta moderata ha avuto inizio. Il governo Alfieri gli conferisce una missione diplomatica a Francoforte dove arriva il 2 ottobre per perorare presso l’Assemblea nazionale tedesca la causa dell’indipendenza italiana. Il suo carattere lo tradisce: prende delle iniziative personali che non piacciono al Governo, il quale il 6 dicembre gli comunica la fine della missione
1849  Il 27 febbraio ritorna a Francoforte, dove lo attende la moglie Giulietta, che da alla luce il suo primo figlio maschio, che chiama Romeo. Rientrato a Londra trova un posto da docente al London University  College, che mantiene sino al 1859.
1851 Pubblica la prima grammatica italiana; ripubblicata nel 1854, col titolo Mariotti’s Grammar, avrà  più di quattordici edizioni sino al 1883.
1852 Viene invitato dal Cavour a ritornare, con la promessa di un seggio al Parlamento subalpino. In autunno è a Torino e inizia le ricerche per la stesura di una Storia del Piemonte in lingua inglese, destinata a far conoscere il Piemonte all’estero. Riannoda le relazioni con Luigi Carlo Farini e collabora con scritti al giornale “Il Parlamento”  che il Farini aveva deciso di fondare, continuando l’opera del cavourriano “Risorgimento”;  si trattiene per tutto l’inverno  del 1853.
1853 Pubblica a Londra  A historical memory of Fra Dolcino…che tratta le eresie in Piemonte.
1854  A fine maggio, primi di giugno escono a Londra i primi due volumi dell’History of Piedmont.  Il 20 agosto del 1854 avviene l’elezione a Deputato alla Camera.
1855 Si stabilisce a Castellamonte dove ha fatto costruire una bella villa in cima ad una collina. Il 5 febbraio interviene alla Camera, e sarà uno dei più ferventi sostenitori della spedizione in Crimea a fianco degli alleati inglesi e francesi.  Alla fine di giugno ritorna con la moglie Giulietta e il figlio in Inghilterra attraverso il S.Gottardo ancora innevato sulla sommità del passo.
In questo anno incomincia a fare il corrispondente da Torino per il “Daily Mail” oltre a scrivere articoli per il “Parlamento”  e per la rivista il “Cimento”.
Quando sembrano raggiunti il rango sociale e la tranquillità tali da garantire una vita famigliare tranquilla, nell’agosto 1855 muore in  Inghilterra, per febbre maligna, Giulietta la giovane moglie. Antonio Gallenga chiede un congedo di sei settimane per riaversi dal colpo subito.
Ai primi di dicembre i volumi di “History of Piedmont” vengono presentati a Londra in occasione della visita di re Vittorio Emanuele II alla regina Vittoria.
1856  La storia del Piemonte viene stampata in lingua italiana a Torino dagli editori Giannini e Fiore e suscita aspre polemiche: per i repubblicani è opera di un uomo che si è dato alla monarchia. Tra i monarchici suscita scandalo il capitolo nel quale afferma che nel 1833 Mazzini voleva far assassinare Carlo Alberto, strumentalizzando un giovinetto idealista al quale fornì denaro e appoggi.  Giuseppe Mazzini, colpito nel vivo, replica che quel giovinetto idealista, del quale il Gallenga si guarda ben dal fare il nome, in realtà era lo stesso Antonio Gallenga, che lui sì aiutò, ma che l’idea del regicidio era sua. Lo scandalo lo travolge. Nonostante vi fosse stata l’amnistia e il perdono del re per tutti i reati commessi dagli esuli, tanto che alcuni sedevano nei banchi di Governo e nonostante il fatto che il reato non fosse mai stato consumato, Antonio Gallenga, fedele al suo carattere che non aveva mai lesinato critiche e denunce verso nessuno, con la sua proverbiale impulsività restituisce l’alta onorificenza dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro e da le dimissioni dal Parlamento. Dopo un repentino viaggio a Londra, ritorna nello stesso anno in Piemonte, attendendo gli eventi nella sua casa di Castellamonte.
1857 Nel suo ritiro di Castellamonte scrive Country life in Piedmont, che pubblicherà a Londra l’anno successivo.
1858  Ritorna in Inghilterra e sposa in seconde nozze una ricca  signora di origine irlandese, Ann Johnstone, che lo renderà padre due volte.
1859  Nasce a Roma, dove da un po’ di mesi risiede con la famiglia per lavoro, il secondo figlio avuto da Ann, la seconda moglie. Gli viene imposto il nome di Arduino in onore del marchese d’Ivrea divenuto il primo re d’Italia. A maggio rientra con la famiglia a Londra e nel viaggio, a Susa, incontra i primi contingenti di zuavi francesi che scendono verso Torino.
Restare lontano dal teatro italiano, mentre si sta combattendo la II° Guerra di indipendenza, non è per il Gallenga, che fa di tutto per essere mandato come inviato in Italia del suo giornale (il Daily News), ma gli dicono di aver già provveduto ad inviare un’altra persona. Non si arrende e grazie a Sir F. Mowatt riesce ad avere un ingaggio per il prestigioso The Times. Avrebbe voluto essere accreditato presso il quartier generale dell’imperatore dei francesi, ma l’incarico lo aveva già ottenuto l’ungherese colonnello Eber e così deve accontentarsi di sbarcare a Livorno e seguire le mosse di Gerolamo Napoleone che muoveva dalla Toscana per congiungersi con l’esercito sardo-francese. La II° Guerra d’indipendenza si conclude rapidamente con la pace di Villafranca dell’11 luglio 1859 e Gallenga ritorna a Londra.
1860 - 1861  Dopo la prova data nel 1859, arriva la gratificante assunzione come inviato corrispondente del Times. Realizza così alcune tra le sue massime aspirazioni: far parte di un’istituzione di prestigio internazionale, girare il mondo e formare  l’opinione pubblica di un paese avanzato su i temi più importanti di politica estera. In maggio inizia l’avventura garibaldina in Sicilia e il Times invia Antonio Gallenga a seguire la spedizione. Imbarcatosi sulla nave “Provence” sbarca a Palermo il 16 agosto e segue le truppe di Garibaldi fino a Napoli.
Lasciato Garibaldi, su invito del Times  torna a Torino o meglio a Castellamonte. L’avventura meridionale con Garibaldi ha aumentato il suo prestigio e le possibilità politiche.
Unitario ostile all’ingerenza francese in Italia, si dichiara favorevole all’avvento di una monarchia nazionale, che istituisca un Regno simile il più possibile a quello inglese. Vicino ormai alla Destra, nel 1860 e nel 1861 viene rieletto alla Camera, prima subalpina poi nazionale (VII e VIII legislatura) nei collegi di Castellamonte prima e Langhirano, continuando  a svolgere la funzione di corrispondente del Times da Torino. Il 16 settembre 1861 nasce la figlia Anna Agnese.
1863  Ai primi di giugno il direttore del Times gli comunica che gli avvenimenti italiani perdono interesse per il pubblico inglese, mentre il conflitto tra il Nord e il Sud degli Stati Uniti d’America riscuotono grande interesse. Date le dimissioni da parlamentare, ritorna in Inghilterra e, sistemata la famiglia  in una bella casa di Llandogo in Galles, parte da Liverpool con il vapore “Persia” e raggiunge Nuova York il 17 luglio, seguendo le vicende della guerra di secessione americana sino al dicembre successivo.
Le sue corrispondenze di guerra, molto apprezzate, sanciscono il definitivo legame con il Times.
1864  Segue la guerra tra la Danimarca e la Prussia e pubblica The invasion of Denmark, quindi a più riprese negli anni 1865-1866 e 1868-1869 è in Spagna per seguire la crisi della monarchia borbonica e la successiva rivoluzione.
Lo stile giornalistico del Gallenga unisce la capacità di valutazione delle forze in campo e le sue ponderate intuizioni, con una prosa vivace fatta apposta per indurre il lettore a vedere nelle posizioni del Times quelle dell’Inghilterra (e viceversa). Ciò avviene anche con le guerre combattute dalla Prussia nel 1866 e nel 1870-71, che il Gallenga segue con i suoi editoriali da Londra.
Nel 1873 riprende a viaggiare, spingendosi fino a Cuba, a cui dedica il volume The pearl of Antille (Londra 1873), traduzione italiana del 1874.
1875 In quell’anno è a Istanbul a seguire la crisi dei Balcani. Periodicamente si reca in Italia per dedicare lunghe corrispondenze al sistema politico del paese: molti i viaggi a Roma nel 1873-1875-1877-1878. Il quel periodo pubblica Italy rivisited (Londra 1877) e The pope and the king (Londra 1879).
Il Gallenga migliore è quello dei grandi reportages di viaggio, spesso destinati ad essere raccolti in volume: in Spagna nascono le Iberian reminiecences (Londra 1883), da una lunga circumnavigazione dell’America del sud nel 1879-1880 South America (Londra1880) e dal viaggio in Russia nell’estate del 1882  A summer tour in Russia (Londra 1882).
Con l’avanzare dell’età, abbandona i grandi viaggi e si dedica a raccontare le memorie della sua avventurosa esistenza, riprendendo il tema iniziato a trattare molti anni prima nell’Autobiographical sketch illustrative of Italian life….(Londra 1854, pubblicato con lo pseudonimo Castellamonte, che nell’edizione del 1856, ove Gallenga figura come autore, divento il titolo del libro.)  Con questa voglia di raccontarsi affida, nel 1885, al consueto editore londinese Chapman & Hall il secondo volume di Episodes of my second life,che tratta dell’arco temporale 1839-1880, mentre nel primo, raccontava il suo periodo americano.
In questi libri autobiografici, dove non mancano l’imprecisione della memoria, le varie sfumature della sua personalità dominano la scena. La  presunzione di sè si accompagna ad un sincero sforzo di autocoscienza. La sua voglia  dire tutto ciò che pensa, anche sulle persone, lo porta a comporre un racconto, sulle vicende interne del Times, giudicato troppo indiscreto dalla Direzione del giornale. Per l’ennesima volta, come clamorosamente era successo nel 1856 con la pubblicazione della Storia del Piemonte, Antonio Gallenga si fa del male da solo. Cade in disgrazia presso la proprietà del quotidiano e il 6 dicembre 1884 gli viene comunicato il licenziamento.
Ormai la sua vita l’aveva fatta, era sistemato economicamente e ciò non lo sconvolge più di tanto.
Continua con le sue pubblicazioni e scrive addirittura due romanzi: Jenny Jennet (Londra 1886) che merita un’ironica recensione di Oscar Wilde, nonché, postumo, Thecla’s vow (Londra 1898). Dell’Italia, dalla quale non riesce a staccarsi, traccia uno sconsolato bilancio nel  L’Italia presente e futura, con note di statistica generale. (Firenze, 1886 ed. La Barbera traduzione inglese 1887), nel quale le grandi aspettative del tempo dell’Unità italiana sono messe a confronto con la meschina classe politica dell’epoca.
Instancabile nonostante l’età, invia ancora articoli alla Nazione di Firenze, stavolta per descrivere le caratteristiche degli inglesi. (poi raccolti in Vita inglese, Firenze 1890).
Gli ultimi anni della sua vita li trascorre nella tranquilla cittadina di Llandogo, nella valle della Wey, ricevendo molti amici importanti, tra i quali il barone Robert Baden-Powell, che sarà il fondatore del Corpo dei Boy Scout.
La vita  famigliare non gli sorride più di tanto: nel 1879, muore a soli 31 il primo figlio, Romeo, avuto da Giulietta Schunk, lasciando la moglie Mary Montgomery Stuart incinta del primo figlio al quale viene imposto il nome del padre, Romeo Gallenga e associato il cognome della madre, Stuart. In seguito il piccolo Romeo Gallenga Stuart viene portato a Perugia, dove la famiglia materna acquista il meraviglioso Palazzo Antinori. Romeo, che non ebbe figli, morirà nel 1938  donando la residenza familiare al Comune, che ne farà la sede dell’Università per stranieri, ancora oggi attiva nel Palazzo Gallenga-Stuart.
Il 7 agosto 1891 muore, ribaltandosi nel fiume con il suo calesse, Anna Agnese Gallenga, la figlia.
Aveva solo 30 anni, prima donna docente all’Università di Cambridge
Con il figlio Hardwin (Arduino), diventato ufficiale dell’esercito di Sua Maestà, avrà sempre un rapporto conflittuale.
Hardwin nel 1915 pubblicherà una biografia del nonno Celso, soldato di Napoleone.
Antonio Gallenga resta nella bella casa di Llondogo con la moglie semiparalizzata fino alla morte,
avvenuta il 17 dicembre 1895. La moglie Ann gli sopravvive ancora due anni, fino al 24 marzo 1897.
Di Antonio Gallenga rimangono le innumerevoli opere sparse nelle biblioteche di mezzo mondo e una voluminosa biografia in due volumi, scritta da Aldo Garosci, dalla quale abbiamo tratto queste pagine e alla quale indirizziamo il lettore per gli approfondimenti.
Antonio Gallenga, vita avventurosa di un emigrato dell’ottocento (Torino 1979 Centro Studi Piemontesi)






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