ANTONIO
GALLENGA
1810 Discendente da un’antica famiglia
di Castellamonte, Antonio Gallenga nasce
a Parma il 4 novembre dove suo padre, Celso, sotto-tenente dell’esercito
napoleonico, sposa Marianna Lombardini.
Orfano
presto di madre, e con il padre incapace di adeguarsi alla vita civile, che
parte volontario per partecipare alla rivoluzione greca, Antonio verrà affidato
alle cure dello zio materno che ne curerà l’educazione.
1831 Studente alla Facoltà di
medicina, di intelligenza vivace, partecipa con irruenza e risolutezza all’effimera
insurrezione parmense contro Maria Luigia, fallita la quale è costretto alla
fuga. Assunto lo pseudonimo di Luigi Mariotti (che userà per molti anni,
firmando anche alcune opere letterarie), raggiunse la Toscana e quindi la Corsica e Marsiglia. Esule
in Francia si affiliò all’organizzazione mazziniana “Giovane Italia” con il
nome di battaglia di “Procida”.
Fervente
patriota, dopo la sanguinosa repressione attuata da re Carlo Alberto nei
confronti dei mazziniani, matura in lui un progetto di attentato contro Carlo
Alberto. Si reca a Ginevra dove incontra Mazzini e avutone l’approvazione e il
sostegno per il suo progetto, raggiunge Torino.
1833 A Torino si rende conto che la
situazione politica non è quella che si immaginava. Gli aderenti alla Giovane Italia non sono
molti e poco organizzati e i controlli della polizia sono stretti. Indugia quindi
a prendere una decisione e alla fine, o perché si sentiva controllato o per
mancanza di coraggio, decide di desistere nell’insano proposito e si da
nuovamente alla fuga verso l’Italia meridionale.
1834 Assunto come precettore, segue
un diplomatico napoletano, prima a Malta poi a Tangeri.
Una
forte personalità, l’intraprendenza, una buona cultura fatta di assidue letture
sono le sue risorse, ma non placano l’ansia che pare tormentarlo, facendogli
desiderare nuove mete.
1836
Imbarcatosi in agosto da
Gibilterra, raggiunge il Nord America e il 7 ottobre si stabilisce a Boston ove
si serve delle lettere di raccomandazione fornitegli da un diplomatico
americano per entrare nel giro degli intellettuali, particolarmente sensibili
verso la cultura europea. Impadronitosi presto della lingua, stringe molti
contatti importanti, come quello con lo storico W.H.Prescott. Da lezioni in un
collegio femminile di Cambridge, tiene numerose conferenze e letture dantesche
e sviluppa collaborazioni con la Nort American Review. Nel 1838 pubblica a Cambridge
un volume di novelle in versi, che ottiene discreto successo. Non riusce però a
soddisfare la sua ambizione mirante ad ottenere una cattedra di italiano
all’Università di Harvard.
1839
Il primo maggio decide il
ritorno in Europa e imbarcatosi a New York, un mese dopo è a Londra. Prende
contatto con gli esuli italiani, che lo aiutano ad introdursi nei salotti degli
italofili inglesi. Molti, sapendolo vicino a Mazzini, con il quale aveva
ritrovato un rapporto di cordialità e in parte di concordanza ideologica, gli danno
la loro considerazione, altri come l’influente Lady Morgan lo aiutano ad
ottenere incarichi di traduzione e collaborazioni con riviste londinesi di
attualità culturale, come il Metropolitan
Magazine, la Foreign and Quarterly Review, la Westminster Review e la British and Foreign Review. Il Gallenga per
queste riviste scrive numerosi articoli firmati con lo pseudonimo Luigi
Mariotti, adottato dall’inizio dell’esilio e che conserva sino al 1853. Essi
trattano di storia, vita civile, letteratura, ma il tema di fondo è sempre
l’Italia e i suoi travagli, visti attraverso l’ottica di un esule.
Rielaborati
e adattati ad un discorso più ampio, questi articoli, sono la base per un libro
dal titolo Italy, past and present (
Londra 1841), successivamente tradotto in
tedesco (Lipsia 1846).
Quella
del Gallenga è un’esistenza che non conosce soste: dopo un viaggio a Firenze nella
primavera del 1840, iniziano anche le collaborazioni con le riviste di G. P.
Vieusseux, ma continua ad essere frustrato il suo desiderio di un incarico di
prestigio in ambito accademico.
1842
Attratto dalla promessa di una
cattedra di lingue e letterature moderne all’Università di Windsor in Nuova
Scozia, ritorna in Nord America, ma deluso dal livello del college si dimette e
ritorna a Londra lo stesso anno. Riprende l’attività di pubblicistica, che
anche se non lo gratifica dal lato economico l’aiuta, insieme alla sua
spiccata personalità e alla naturalezza con la quale si muove, avendo ormai
interiorizzato comportamenti e modi di pensare inglesi, a conseguire un buon
successo sociale.
Continua
a frequentare e a collaborare con gli ambienti della “Giovane Italia”, dando una mano alla scuola italiana del Mazzini,
adoperandosi a difendere l’immagine dell’illustre esule ed a ottenere dagli
inglesi una migliore disponibilità verso le vicende italiane. In questi anni
pubblica un libro di poesie: Oltremonte e
oltremare, Londra 1844, un libro di racconti, Blackdown papers, (Londra 1846)
e una nuova edizione in due volumi di Italy
past end present, (Londra 1848).
1847
Il 12 luglio sposa Giulietta
Schunk, figlia di una facoltosa famiglia di industriali tessili tedeschi,
stabilitasi a Manchester.
I848
Gli eventi pre-rivoluzionari
della situazione italiana, infiammano di
speranza il suo spirito rivoluzionario e sembrano cementare l’amicizia e la collaborazione con
Mazzini. I due insieme passano la
Manica il 27 marzo e intraprendono il viaggio attraverso la Francia per accorrere in
Italia. Particolare da notare, che il 2 marzo, la moglie Giulietta aveva dato
alla luce una bimba nata prematura, ma, come egli dice: “ non avevo più né moglie, né figlia” dinnanzi al grande evento
storico che si stava svolgendo in Italia. Almeno nelle intenzioni, vuole battersi per il
suo paese, dando il suo contributo di esperienza maturata.
Se
non ché tra Mazzini e Gallenga scoppia la discordia e a Milano i due si separano.
Cosa sia successo di sicuro non lo sappiamo. Mazzini anni dopo, scrisse in una
lettera che Gallenga disse che lui era un
uomo di fatti e che sarebbe andato a combattere…invece andò a casa a Parma. Gallenga replicava: lasciai Mazzini perche eravamo divisi d’animo….Andai veramente a
combattere e dopo avere cercato invano di entrare a mie spese in un reggimento
piemontese, dovetti accomodarmi per quindici giorni nella legione Griffini…(volontari
irregolari).
A
Parma ritorna, convinto dal fratello Giuseppe, per sostenere la fusione del
Ducato con il Piemonte, attuata da lì a poco col plebiscito del 20 maggio. Ai
primi di maggio viene raggiunto da una missiva che gli annunciava la morte della bimba nata prematura e ritorna a
Londra.
Divenuto
un convinto sostenitore della causa, secondo la quale, solo il Piemonte anche
se guidato dalla monarchia, poteva realizzare l’unità italiana, ritorna a
Torino e collabora al giornale Il
Risorgimento di Cavour. La sua svolta moderata ha avuto inizio. Il governo
Alfieri gli conferisce una missione diplomatica a Francoforte dove arriva il 2
ottobre per perorare presso l’Assemblea nazionale tedesca la causa
dell’indipendenza italiana. Il suo carattere lo tradisce: prende delle
iniziative personali che non piacciono al Governo, il quale il 6 dicembre gli comunica
la fine della missione
1849
Il 27 febbraio ritorna a
Francoforte, dove lo attende la moglie Giulietta, che da alla luce il suo primo
figlio maschio, che chiama Romeo. Rientrato a Londra trova un posto da docente
al London University College, che mantiene sino al 1859.
1851 Pubblica la prima grammatica italiana; ripubblicata nel 1854, col
titolo Mariotti’s Grammar, avrà più di quattordici edizioni sino al 1883.
1852 Viene invitato dal Cavour a ritornare, con la promessa di un seggio al
Parlamento subalpino. In autunno è a Torino e inizia le ricerche per la stesura
di una Storia del Piemonte in lingua
inglese, destinata a far conoscere il Piemonte all’estero. Riannoda le relazioni
con Luigi Carlo Farini e collabora con scritti al giornale “Il Parlamento” che il Farini aveva deciso di fondare,
continuando l’opera del cavourriano “Risorgimento”; si trattiene per tutto l’inverno del 1853.
1853 Pubblica a Londra A historical memory of Fra Dolcino…che
tratta le eresie in Piemonte.
1854
A fine maggio, primi di giugno
escono a Londra i primi due volumi dell’History
of Piedmont. Il 20 agosto del 1854
avviene l’elezione a Deputato alla Camera.
1855 Si stabilisce a Castellamonte dove ha fatto costruire una bella villa
in cima ad una collina. Il 5 febbraio interviene alla Camera, e sarà uno dei
più ferventi sostenitori della spedizione in Crimea a fianco degli alleati inglesi
e francesi. Alla fine di giugno ritorna
con la moglie Giulietta e il figlio in Inghilterra attraverso il S.Gottardo
ancora innevato sulla sommità del passo.
In
questo anno incomincia a fare il corrispondente da Torino per il “Daily Mail” oltre a scrivere articoli
per il “Parlamento” e per la rivista il “Cimento”.
Quando
sembrano raggiunti il rango sociale e la tranquillità tali da garantire una
vita famigliare tranquilla, nell’agosto 1855 muore in Inghilterra, per febbre maligna, Giulietta la
giovane moglie. Antonio Gallenga chiede un congedo di sei settimane per
riaversi dal colpo subito.
Ai
primi di dicembre i volumi di “History of
Piedmont” vengono presentati a Londra in occasione della visita di re
Vittorio Emanuele II alla regina Vittoria.
1856
La storia del Piemonte viene
stampata in lingua italiana a Torino dagli editori Giannini e Fiore e suscita
aspre polemiche: per i repubblicani è opera di un uomo che si è dato alla
monarchia. Tra i monarchici suscita scandalo il capitolo nel quale afferma che
nel 1833 Mazzini voleva far assassinare Carlo Alberto, strumentalizzando un giovinetto idealista al quale fornì
denaro e appoggi. Giuseppe Mazzini,
colpito nel vivo, replica che quel giovinetto
idealista, del quale il Gallenga si guarda ben dal fare il nome, in realtà
era lo stesso Antonio Gallenga, che lui sì aiutò, ma che l’idea del regicidio
era sua. Lo scandalo lo travolge. Nonostante vi fosse stata l’amnistia e il
perdono del re per tutti i reati commessi dagli esuli, tanto che alcuni
sedevano nei banchi di Governo e nonostante il fatto che il reato non fosse mai
stato consumato, Antonio Gallenga, fedele al suo carattere che non aveva mai
lesinato critiche e denunce verso nessuno, con la sua proverbiale impulsività
restituisce l’alta onorificenza dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro e da
le dimissioni dal Parlamento. Dopo un repentino viaggio a Londra, ritorna nello
stesso anno in Piemonte, attendendo gli eventi nella sua casa di Castellamonte.
1857 Nel suo ritiro di Castellamonte scrive Country life in Piedmont, che pubblicherà a Londra l’anno
successivo.
1858 Ritorna
in Inghilterra e sposa in seconde nozze una ricca signora di origine irlandese, Ann Johnstone,
che lo renderà padre due volte.
1859
Nasce a Roma, dove da un po’
di mesi risiede con la famiglia per lavoro, il secondo figlio avuto da Ann, la
seconda moglie. Gli viene imposto il nome di Arduino in onore del marchese
d’Ivrea divenuto il primo re d’Italia. A maggio rientra con la famiglia a
Londra e nel viaggio, a Susa, incontra i primi contingenti di zuavi francesi
che scendono verso Torino.
Restare
lontano dal teatro italiano, mentre si sta combattendo la II° Guerra di indipendenza, non
è per il Gallenga, che fa di tutto per essere mandato come inviato in Italia del
suo giornale (il Daily News), ma gli
dicono di aver già provveduto ad inviare un’altra persona. Non si arrende e
grazie a Sir F. Mowatt riesce ad avere un ingaggio per il prestigioso The Times. Avrebbe voluto essere
accreditato presso il quartier generale dell’imperatore dei francesi, ma
l’incarico lo aveva già ottenuto l’ungherese colonnello Eber e così deve accontentarsi
di sbarcare a Livorno e seguire le mosse di Gerolamo Napoleone che muoveva
dalla Toscana per congiungersi con l’esercito sardo-francese. La II° Guerra d’indipendenza si
conclude rapidamente con la pace di Villafranca dell’11 luglio 1859 e Gallenga
ritorna a Londra.
1860 - 1861 Dopo
la prova data nel 1859, arriva la gratificante assunzione come inviato
corrispondente del Times. Realizza
così alcune tra le sue massime aspirazioni: far parte di un’istituzione di
prestigio internazionale, girare il mondo e formare l’opinione pubblica di un paese avanzato su i
temi più importanti di politica estera. In maggio inizia l’avventura
garibaldina in Sicilia e il Times
invia Antonio Gallenga a seguire la spedizione. Imbarcatosi sulla nave “Provence” sbarca a Palermo il 16 agosto
e segue le truppe di Garibaldi fino a Napoli.
Lasciato
Garibaldi, su invito del Times torna a Torino o meglio a Castellamonte.
L’avventura meridionale con Garibaldi ha aumentato il suo prestigio e le
possibilità politiche.
Unitario
ostile all’ingerenza francese in Italia, si dichiara favorevole all’avvento di
una monarchia nazionale, che istituisca un Regno simile il più possibile a
quello inglese. Vicino ormai alla Destra, nel 1860 e nel 1861 viene rieletto
alla Camera, prima subalpina poi nazionale (VII
e VIII legislatura) nei collegi di Castellamonte
prima e Langhirano, continuando a
svolgere la funzione di corrispondente del
Times da Torino. Il 16 settembre
1861 nasce la figlia Anna Agnese.
1863
Ai primi di giugno il
direttore del Times gli comunica che gli
avvenimenti italiani perdono interesse per il pubblico inglese, mentre il
conflitto tra il Nord e il Sud degli Stati Uniti d’America riscuotono grande
interesse. Date le dimissioni da parlamentare, ritorna in Inghilterra e, sistemata
la famiglia in una bella casa di
Llandogo in Galles, parte da Liverpool con il vapore “Persia” e raggiunge Nuova
York il 17 luglio, seguendo le vicende della guerra di secessione americana
sino al dicembre successivo.
Le
sue corrispondenze di guerra, molto apprezzate, sanciscono il definitivo legame
con il Times.
1864
Segue la guerra tra la Danimarca e la Prussia e pubblica The invasion of Denmark, quindi a più
riprese negli anni 1865-1866 e 1868-1869 è in Spagna per seguire la crisi
della monarchia borbonica e la successiva rivoluzione.
Lo
stile giornalistico del Gallenga unisce la capacità di valutazione delle forze
in campo e le sue ponderate intuizioni, con una prosa vivace fatta apposta per
indurre il lettore a vedere nelle posizioni del Times quelle dell’Inghilterra (e viceversa). Ciò avviene anche con
le guerre combattute dalla Prussia nel 1866 e nel 1870-71, che il Gallenga
segue con i suoi editoriali da Londra.
Nel
1873 riprende a viaggiare,
spingendosi fino a Cuba, a cui dedica il volume The pearl of Antille (Londra 1873), traduzione italiana del 1874.
1875 In quell’anno è a Istanbul a seguire la crisi dei
Balcani. Periodicamente si reca in Italia per dedicare lunghe corrispondenze al
sistema politico del paese: molti i viaggi a Roma nel 1873-1875-1877-1878. Il quel periodo pubblica Italy rivisited (Londra 1877) e
The pope and the king (Londra 1879).
Il
Gallenga migliore è quello dei grandi reportages di viaggio, spesso destinati
ad essere raccolti in volume: in Spagna nascono le Iberian reminiecences (Londra 1883), da una lunga circumnavigazione dell’America del sud nel 1879-1880 South America (Londra1880) e dal viaggio in Russia nell’estate del 1882 A
summer tour in Russia (Londra 1882).
Con
l’avanzare dell’età, abbandona i grandi viaggi e si dedica a raccontare le
memorie della sua avventurosa esistenza, riprendendo il tema iniziato a
trattare molti anni prima nell’Autobiographical
sketch illustrative of Italian life….(Londra 1854, pubblicato con lo
pseudonimo Castellamonte, che nell’edizione del 1856, ove Gallenga figura come
autore, divento il titolo del libro.) Con questa voglia di raccontarsi affida, nel 1885, al consueto editore londinese
Chapman & Hall il secondo volume di Episodes
of my second life,che tratta dell’arco temporale 1839-1880, mentre nel
primo, raccontava il suo periodo americano.
In
questi libri autobiografici, dove non mancano l’imprecisione della memoria, le
varie sfumature della sua personalità dominano la scena. La presunzione di sè si accompagna ad un sincero
sforzo di autocoscienza. La sua voglia
dire tutto ciò che pensa, anche sulle persone, lo porta a comporre un
racconto, sulle vicende interne del Times,
giudicato troppo indiscreto dalla Direzione del giornale. Per l’ennesima volta,
come clamorosamente era successo nel 1856 con la pubblicazione della Storia del Piemonte, Antonio Gallenga si
fa del male da solo. Cade in disgrazia presso la proprietà del quotidiano e il 6 dicembre 1884 gli viene comunicato il
licenziamento.
Ormai
la sua vita l’aveva fatta, era sistemato economicamente e ciò non lo sconvolge
più di tanto.
Continua
con le sue pubblicazioni e scrive addirittura due romanzi: Jenny Jennet (Londra 1886) che merita un’ironica recensione di
Oscar Wilde, nonché, postumo, Thecla’s
vow (Londra 1898). Dell’Italia, dalla
quale non riesce a staccarsi, traccia uno sconsolato bilancio nel L’Italia presente e futura, con note di
statistica generale. (Firenze, 1886 ed. La Barbera traduzione inglese
1887), nel quale le grandi aspettative del tempo
dell’Unità italiana sono messe a confronto con la meschina classe politica
dell’epoca.
Instancabile
nonostante l’età, invia ancora articoli alla Nazione di Firenze, stavolta per descrivere le caratteristiche
degli inglesi. (poi raccolti in Vita
inglese, Firenze 1890).
Gli
ultimi anni della sua vita li trascorre nella tranquilla cittadina di Llandogo,
nella valle della Wey, ricevendo molti amici importanti, tra i quali il barone
Robert Baden-Powell, che sarà il fondatore del Corpo dei Boy Scout.
La
vita famigliare non gli sorride più di
tanto: nel 1879, muore a soli 31 il primo figlio, Romeo, avuto da Giulietta
Schunk, lasciando la moglie Mary Montgomery Stuart incinta del primo figlio al
quale viene imposto il nome del padre, Romeo Gallenga e associato il cognome
della madre, Stuart. In seguito il piccolo Romeo Gallenga Stuart viene portato
a Perugia, dove la famiglia materna acquista il meraviglioso Palazzo Antinori.
Romeo, che non ebbe figli, morirà nel 1938 donando la residenza familiare al Comune, che
ne farà la sede dell’Università per stranieri, ancora oggi attiva nel Palazzo
Gallenga-Stuart.
Il
7 agosto 1891 muore, ribaltandosi nel fiume con il suo calesse, Anna Agnese
Gallenga, la figlia.
Aveva
solo 30 anni, prima donna docente all’Università di Cambridge
Con
il figlio Hardwin (Arduino), diventato ufficiale dell’esercito di Sua Maestà,
avrà sempre un rapporto conflittuale.
Hardwin
nel 1915 pubblicherà una biografia del nonno Celso, soldato di Napoleone.
Antonio
Gallenga resta nella bella casa di Llondogo con la moglie semiparalizzata fino
alla morte,
avvenuta
il 17 dicembre 1895. La moglie Ann gli sopravvive ancora due anni, fino al 24
marzo 1897.
Di
Antonio Gallenga rimangono le innumerevoli opere sparse nelle biblioteche di
mezzo mondo e una voluminosa biografia in due volumi, scritta da Aldo Garosci,
dalla quale abbiamo tratto queste pagine e alla quale indirizziamo il lettore
per gli approfondimenti.
Antonio Gallenga, vita avventurosa di un
emigrato dell’ottocento (Torino 1979 Centro
Studi Piemontesi)